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Le parole di Papa Francesco ad Assisi

Papa Francesco

“SE NON AVETE NIENTE DA DIRE ALMENO FATE CHIASSO!”.
Papa Francesco, Settembre 2022 – Assisi

Papa Francesco non parla mai a caso, anche quando parla a braccio, ed è molto chiaro il suo messaggio ai giovani economisti, imprenditori e attivisti sociali under 35 provenienti da oltre cento Paesi di tutto il mondo al meeting internazionale “Economy of Francesco”.

Quel “se non avete niente da dire” significa che per fare una rivoluzione non è necessario avere una mappa completa di come costruire la società di domani, ma è importante, intanto, denunciare l’insostenibilità di quella attuale.

Scrive Carlo Canetti sul sito AssisiMia:
“È un invito alla ribellione sana e pacifica contro un sistema economico che sprezza il futuro.
Nessun politico in Italia, né di sinistra né di destra, ha mai avuto il coraggio di rivolgersi in maniera così ficcante e diretta ai giovani e a chi vive in condizione di povertà e subordinazione sociale. È un messaggio di sfiducia in chi governa e in chi detiene il potere.
In questo contesto L’economia di Francesco è prima di tutto un progetto globale che lavora all’elaborazione di un modello alternativo al neo-capitalismo: che promuove la solidarietà, la cura del prossimo, il rispetto del Creato, la tutela dell’ambiente, l’abitudine al riciclo al riutilizzo. Rifiuta la mentalità dello scarto, della competizione spregiudicata. Rigetta il concetto di confine, inteso come muro di separazione fra le persone e i popoli.
La dimensione pacifista del messaggio del Papa sta tutta nel concetto di fratellanza (“Fratelli tutti”) che al tempo stesso è l’antidoto più potente alle smanie di sopraffazione e di sovranismo. Non c’è un qualcuno che viene prima di un altro. Ci sono i popoli fratelli che convivono in mondo in cui i ponti prevaricano gli sbarramenti.
Quando dice saranno “I poveri i protagonisti del cambiamento” vi è un richiamo forte al concetto religioso di Eucarestia: nei poveri c’è Cristo, ed è dal sacrificio di Cristo che scaturisce la Salvezza. Ma c’è anche un messaggio di speranza e di ripudio di un’economia che produce forti ingiustizie e divaricazioni sociali.
Assisi è il centro nevralgico, il punto di incontro degli economisti e imprenditori che si riconoscono nell’Economia di Francesco. E la Città non può far finta di niente.
Deve diventare luogo di applicazione di questa visione del mondo. Perché prima ancora Assisi è la patria di Francesco il Santo. Che è l’ispiratore di questa declinazione egualitaria dell’economia.
Noi sappiamo, invece, che siamo tanto distante da tutto ciò: indietro sulle energie rinnovabili, incatenati a sistemi di mobilità molto inquinanti, siamo consumatori compulsivi di suolo, incapaci di pratiche virtuose nella produzione di rifiuti e nell’utilizzo dell’acqua, nelle pratiche economiche, nelle relazioni di lavoro, nella scelta delle attività imprenditoriali, nella cura delle povertà.
La nostra è la città dell’Economia di Francesco, che mette al centro la Fraternità. Ma questo è un concetto che scivola via, come scivolano via la Marcia della Pace, il Cortile di Francesco, le iniziative della Cittadella e tutto il resto. Certo non ci piacciono i frutti che cadono dall’alto, ma il problema è che dal basso non nascono fiori.
È un problema che affligge tutti noi assisani e ne siamo tutti, in diversa misura, responsabili, proporzionalmente al ruolo che rivestiamo”

Dal quotidiano AssisiMia.

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