La frase del mese – Giugno 2022
Proseguiamo con la rubrica La frase del mese: uno spazio per riflettere sui temi più attuali, comprendere le dinamiche del presente e analizzare come i valori fondanti delle ACLI possono trovare posto nel mondo di oggi.
Nell’ultimo saggio del Santo Padre “Contro la guerra. Il coraggio di costruire la pace” Il Pontefice torna a parlare dei conflitti nel mondo, delle tante guerre dimenticate, che di tanto in tanto ricompaiono davanti ai nostri occhi disattenti. Queste guerre ci apparivano ‘lontane’. Fino a che, ora, quasi all’improvviso, la guerra è scoppiata vicino a noi.
“L’Ucraina è stata aggredita e invasa – scrive – e nel conflitto ad essere colpiti sono purtroppo tanti civili innocenti, tante donne, tanti bambini, tanti anziani, costretti a vivere nei rifugi scavati nel ventre della terra”.
Di fronte alle immagini strazianti che vediamo ogni giorno non possiamo che unirci ad urlare insieme a Francesco : “Fermatevi! La guerra non è la soluzione, la guerra è una pazzia, la guerra è un mostro, la guerra è un cancro che si autoalimenta fagocitando tutto! Di più, la guerra è un sacrilegio, che fa scempio di ciò che è più prezioso sulla nostra terra, la vita umana, l’innocenza dei più piccoli, la bellezza del creato” .
Purtroppo la prosecuzione del conflitto sta anche progressivamente generando una assurda attrazione verso la guerra, il suo linguaggio, la sua retorica, ponendo le basi per una ennesima ebbrezza militarista, con il gravissimo rischio di far riemergere la seduzione della guerra soprattutto tra le generazioni più giovani. Ha scritto Domenico Quirico sulla Stampa “vedo lo sfruttamento, anche in paesi democratici, di alcune forme di esaltazione collettiva. Ci si prepara a un mondo raggelato da mobilitazioni permanenti tra i blocchi, con leggerezza si parla della guerra, della sua necessità senza averne mai saggiato la crudezza. E sarebbe colpa dell’aggressore Putin ma anche un favore indiretto che gli avremmo reso. rendendoci simili a lui”.
L’industria bellica la cui sopravvivenza si giustificava un po’ a mezza voce, con espediente ipocrita, citando la percentuale sempre alta offerta al totem del prodotto interno lordo, adesso diventa vanto, necessità, sicurezza nazionale. “Si tirano oggi fuori con orgoglio – scrive ancora Quirico – cataloghi che un tempo si esibivano come se fossero pubblicazioni pornografiche: ecco qua i nostri cannoni sparano più lontano, le nostre mine sono più subdole e crudeli, i missili sbriciolano anche i bunker”
Ma ha ragione Francesco “ Ci vuole più coraggio a fare la pace”.
Se avessimo memoria, sapremmo che la guerra, prima che arrivi al fronte, va fermata nei cuori. E per farlo, ci dice Francesco “ c’è bisogno di dialogo, di negoziato, di ascolto, di capacità e di creatività diplomatica, di politica lungimirante capace di costruire un nuovo sistema di convivenza che non sia più basato sulle armi e sulla loro potenza distruttiva” delle armi. Ogni guerra rappresenta non soltanto una sconfitta della politica ma anche una resa vergognosa di fronte alle forze del male”
Pier Francesco Damiani