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In ricordo di piazza Tienanmen

Dopo 33 anni dal massacro di Piazza Tienanmen, né democrazia, né comunismo in Cina.
Solo affari per pochi, inquinamento per tutti e il nuovo dio delirante della crescita economica che sta bruciando il pianeta.
Sia onore ai generosi e coraggiosi ragazzi cinesi uccisi in quei giorni e presto dimenticati.
Per la prima volta dalle strage di piazza Tienanmen del 1989, non ci sarà alcuna commemorazione formale o informale per l’anniversario del 4 giugno nel mondo di lingua cinese. Solo incontri nascosti. A 33 anni dalla repressione nel sangue delle proteste studentesche di Pechino a favore della libertà, della democrazia e della giustizia sociale, la censura governativa garantirà l’assenza di incontri fisici in Cina, a Hong Kong e Macao, e a Taiwan. Il ricordo dei fatti tragici di 33 anni fa non è mai stato permesso in Cina, dove la memoria è stato ufficialmente censurata e l’avvicinamento della ricorrenza ha sempre portato la stretta sulla sicurezza della piazza e sui social in mandarino, dove sono bandite parole sensibili, numeri, fotografie, simboli, emoji e tutto ciò che potrebbe essere un vago riferimento a Tienanmen. L’appello alla verità delle ‘mamme di Tienanmen’ diventa sempre più flebile con il passare del tempo. Gli sforzi del Governo e del Partito Comunista Cinese contro i momenti commemorativi si sono estesi a Hong Kong, una volta l’unico posto sul suolo cinese dove le persone potevano ricordare le vittime di Tienanmen, rivendicando con orgoglio dal 1990 la più grande delle uniche due veglie consentite sul suolo cinese. L’ultima legale si è tenuta 3 anni fa a Hong Kong e a Macao. Dopo 33 anni dal massacro di Piazza Tienanmen, né democrazia, né comunismo in Cina. Solo affari per pochi, inquinamento per tutti e il nuovo dio delirante della crescita economica che sta bruciando il pianeta. Sia onore ai generosi e coraggiosi ragazzi cinesi uccisi in quei giorni e presto dimenticati.